In Bucovina e Moldavia. Viaggio alle origini della Romania

Romania, Europa, Bucovina

La Moldavia era un grande territorio, uno dei pilastri sui quali è stata costruita la Romania. Diverse vicende, influenze, dominazioni ne hanno determinato la frammentazione. Quel territorio ora si chiama in parte Bucovina (con una parte sostanziale passata all’Ucraina), mentre la Moldavia (o Moldova) è stata divisa in una regione della Romania e in uno Stato autonomo. Moldavia e Bucovina rappresentano un mondo a sé. Qui i monti Carpazi si alternano a immense pianure. Su tutto, domina una certa spiritualità, sottolineata dai famosi monasteri dipinti, enfatizzata dalla forte presenza della Chiesa ortodossa rumena. Poi ci sono le città e grandi pianure, ma il cuore è idealmente nei piccoli villaggi ai piedi delle montagne, luoghi ancora intimi dove si conservano tradizioni come quella delle uova dipinte. Boschi fitti, promontori senza fine ma dai contorni dolci, poi fiumi pescosi, funghi, il sapore delle carni affumicate. L’autenticità è una costante: qui vivono gli ultimi bisonti europei e sopravvivono alcune attività artigiane, dalla terracotta particolare alla produzione di scope. Si può visitare una maestosa miniera di sale, abitare in una casa di legno con una grande stufa dove intorno alla quale si dorme e si mangia, come vuole una secolare tradizione contadina. Certo, non mancano gli insediamenti produttivi più attuali, ad esempio per le scarpe, o quelli di grandi aziende italiane e tedesche, modernissimi. E non mancano le città con i musei, le Università, qualche interessante testimonianza storica e affascinanti chiese, di ogni religione.

Lo spirito del luogo è incarnato da Stefano il Grande, simbolo di una indipendenza a lungo agognata e difesa, in un mare romano do ve sono russi, polacchi, genovesi, ucraini, tartari, ruteni, ungheresi, tedeschi, turchi, ebrei e austriaci, lasciando tracce nella cucina o nelle abitudini. Eppure a distanza di secoli, parlare una lingua simile al latino e definirsi “romano” è la dimostrazione di un attaccamento alle proprie radici, un insediamento che è riuscito a sovrapporsi all’antica popolazione dei Daci. Allo stesso modo, indossare gli abiti tradizionali, ognuno con ricami che identificano una località, è un elemento di forte orgoglio, specie in questo periodo di diaspora, in cerca di lavoro. Nonostante le difficoltà di una nazione che cerca di darsi un futuro, questo è un pezzo di Europa che vale la pena di esplorare, grazie ai nostri mediatori culturali. Si può costruire insieme un viaggio memorabile, che tenga conto di gusti personali, come dell’opportunità di interagire con le persone del luogo, scoprire stili di vita, cibi, tradizioni.  E non aggiungiamo niente sui celebri monasteri, da scoprire con cura, partendo dalle chiese con i celebri cicli di affreschi dipinti all’esterno, alcune delle quali riconosciute Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Normalmente fanno parte di tour definiti della Romania “classica”, per noi rappresentano solo un aspetto della Romania “vera”, da scoprire insieme, senza fretta. Ma faremo attenzione anche alla musica, alla letteratura, alle uova dipinte, alle produzioni artigiane e ai cibi più genuini.

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