Nudi di donne nella biblioteca del Papa

Piccolomini, Siena

Deum maximum et posteros of/fendi utriusque debeo neuter mihi

(«Offesi Iddio Massimo e i posteri. A entrambe sono debitore, nessuno di loro me»). Frase pronunciata da Enea Silvio Piccolomini sul letto di morte riportata in una edicola architettonica, all’interno della biblioteca a lui dedicata nella cattedrale di Siena


La Libreria Piccolomini è stata realizzata nella navata sinistra della Cattedrale di Siena, prima del transetto, per custodire il patrimonio librario di Pio II. Voluta da suo nipote materno (il figlio della sorella Laudomia, originario di Sarteano) Francesco Tedeschini Piccolomini, viene completamente affrescata da Pinturicchio e alcuni aiutanti, tra i quali un giovane Raffaello. Forse dal 1947 Lorenzo da Mariano (il Marrina) lavora alla realizzazione del prospetto marmoreo esterno. Da contratto, Pinturicchio era «tenuto a fare tutti li disegni delle istorie di sua mano in cartoni et in muro, fare le teste di sua mano tutte in fresco, et in secho ritocchare et finire infino a la perfectione sua». La prima fase deve essere realizzata entro il 1503 e così avviene, visto che compare lo stemma cardinalizio del committente e non quello papale, nonostante la sua elezione sia del 22 settembre dello stesso anno. Ma è un fuoco di paglia: Pio III muore dopo appena 26 giorni, il 18 ottobre, facendo interrompere i lavori. Le storie della vita di Pio II, ovvero Enea Silvio Piccolomini, vengono riprese tra il 1505 e il 1507. È invece il cardinale Francesco Bandini Piccolomini a far scolpire un monumento che si trova sulla parete esterna del prospetto marmoreo del Marrina, in cui spicca la figura del Redentore risorto, in onore del fratello e del nipote, morti prematuramente.  Lo stesso cardinale ha fatto venire dal palazzo romano di famiglia, il celebre marmo antico delle Tre Grazie, per il quale è stata scolpita una base da Giovanni Di Stefano. Si tratta di una copia romana del III secolo da un originale greco, forse pittorico, di età ellenistica, sembra acquistata dallo stesso Tedeschini Piccolomini a Roma, dal cardinale Colonna, proprio per essere collocato al centro della libreria. Papa Pio III sarà a sua volta ricordato sempre dal Pinturicchio nel prospetto esterno della libreria, per espressa volontà degli eredi. 

La solenne architettura della libreria, a pianta rettangolare, è illuminata da due alte monofore, e comprende armadi lignei e il pavimento in maiolica con i crescenti dei Piccolomini. Quanto a libri di Pio II, non giunsero mai ai Siena. In compenso, oggi sono esposti corali e antifonari miniati di Liberale da Verona, Girolamo da Cremona, ma anche Sano di Pietro, Pellegrino di Mariano, Guido Cozzarelli. Ma ad ammaliare sono sopratutto le decorazioni della volta e le storie di Pio II, che segnano l’apoteosi dello stile narrativo quattrocentesco nella versione più signorile, pervasa da suggestioni fiamminghe.  Altro capolavoro è il pavimento, realizzato dalla manifattura Ginori di Doccia nel 1839, copia dell’originale ancora conservato nei depositi dell’Opera, costituito da ambrogette di forma  romboidale e quadrette di maiolica dipinte che, combinate insieme formano il motivo della “dorata luna crecente su fondo blu”, particolare dello stemma araldico dei Piccolomini.

Leggere

I Commentari di Pio II, Enea Silvio Piccolomini

Con gli occhi chiusi – Il Podere – Tre croci (La Trilogia dei romanzi dell’inettitudine), Federigo Tozzi 

Un infinito numero, Sebastiano Vassalli (Einaudi) 

Un punto di approdo, Hisham Matar (Einaudi)

La biblioteca. Una storia mondiale, James W. P. Campbell e Will Price (Einaudi)

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https://operaduomo.siena.it/it/luoghi/libreria_piccolomini/
https://www.treccani.it/enciclopedia/pio-iii_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/
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